Stefan Zweig, Amerigo, il racconto di un errore

Laura Calosso

Sono trascorsi settant’anni dalla morte di Stefan Zweig (Vienna 1881 ‒ Brasile 1942) e altrettanti dalla prima pubblicazione in lingua inglese di Amerigo: a comedy of errors in history, uscito a New York da Viking Press nel 1942 e due anni dopo in lingua originale a Stoccolma dall’editore Bermann-Fischer con il titolo Amerigo: Die Geschichte eines historischen Irrtums.

Ora Elliot ce lo ripropone nella revisione della prima traduzione del 1946 di Mondadori. L’introduzione di Consoli mette in luce gli aspetti salienti della biografia di Vespucci, riaprendo il dibattito su Zweig. Ci si può chiedere se, con la scelta di narrare le gesta di un uomo maltrattato dalla storia, il romanziere austriaco di origine ebraica abbia inteso rivelare in codice il suo dramma esistenziale, intuibile anche dalle pagine della postuma Schachnovelle. E forse non è un caso che Zweig, esiliato in Brasile, si sia suicidato abbracciato alla moglie Lotte il 22 febbraio 1942, in una sorta di identificazione con Amerigo, morto a Siviglia il 22 febbraio 1512.

Prima della salita al potere di Hitler, Zweig era stato un autore di successo dall’approccio umanistico visceralmente europeista. Ma dopo l’Anschluss era diventato cittadino indesiderato persino in Inghilterra. In Amerigo Zweig ricostruisce con empatia, ma anche con acribia filologica, le vicende del navigatore rileggendo i documenti del tempo. Celebrato e denigrato per alcune sue lettere nelle quali avrebbe, secondo i detrattori, mistificato il proprio ruolo di esploratore, il fiorentino diventa per Zweig un modello di riferimento.

Perché se Colombo ha “il merito dell’azione”, è Vespucci che ha reso “visibile quello che il suo predecessore aveva trovato come un sonnambulo”. Al contrario di Colombo, convinto di aver raggiunto le Indie sulle orme di Marco Polo, è Amerigo che coglie “per differenza” la nuova scoperta: «Novum Mundum appellare licet». Osserviamo in chiusura che le alterne vicende di gloria e fango di Vespucci ricompaiono nel romanzo di Laurent Seksik, Gli ultimi giorni di Stefan Zweig (Flammarion 2010; nel 2012 tradotto per Gremese da Micol Bertolazzi).

Laura Calosso

Stefan Zweig, Amerigo, il racconto di un errore storico, ed. orig. 1942 (inglese), 1944 (tedsco), trad. dal ted. di Lucia Paparella, introd. di Andrea Consoli, pp. 115, Elliot, Roma, 2012, 115 p.

da: L’INDICE, aprile 2012

 

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