Friedrich Dürrenmatt, Giustizia


Friedrich Dürrenmatt

Giustizia

traduzione di Giovanna Agabio

Milano, Adelphi, 2011, 211 p.
‘Fabula’

riedizione del romanzo tradotto per Garzanti nel 1986 e riproposto da Marcos y Marcos nel 2005

Dalla presentazione editoriale: “Tutta giocata di sponda è la partita di biliardo (umano) che innerva questo geniale romanzo giallo, o meglio «antipoliziesco», giacché sin dall’inizio ci esibisce l’assassino. La prima palla a finire in buca, per un colpo à la bande, è la testa calva del professor Winter: questo esimio germanista, centrato dai proiettili dello squisito consigliere cantonale Kohler, cade con la faccia nel piatto di tournedos Rossini che stava assaporando nel ristorante Du théâtre. E a una a una rotoleranno in buca le altre palle – uno stolido playboy, una squillo d’alto bordo, due protettori dai pericolosi ombrelli, una perfida nana e le sue guardie del corpo –, delineando così un autentico rompicapo: «Il comandante era disperato … Un omicidio senza motivo per lui non era un delitto contro la morale, bensì contro la logica». D’altro canto Kohler in galera è l’uomo più felice del mondo: trova giusta la pena, meravigliosi i carcerieri, e intreccia serafico ceste di vimini. Ha un unico desiderio: che l’avvocato Spät, squattrinato difensore di prostitute, si dedichi finalmente a un’impresa seria (ma a lui sembrerà pazzesca) e riesamini il caso muovendo dall’ipotesi che a premere il grilletto non sia stato lui: «Deve montare una finzione, null’altro … spesso la notte … mi chiedo come apparirebbe la realtà se l’omicida non fossi io ma un altro. Chi sarebbe quest’altro?». Accettata la sfida, Spät precipiterà in un vortice, in una paradossale commedia umana e filosofica che tiene tutti – lettori inclusi – con il fiato sospeso: perché mai dietro le sbarre Kohler è tanto ilare? E perché ha fatto fuori Winter? Comunque stiano le cose, questo «giallo» – tra i più spiazzanti che sia dato leggere – è una festa della suspense, del grottesco più rutilante e della più sapida teatralità, e insieme un romanzo sull’impossibilità della giustizia.”

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