Marcel Beyer, “Forme originarie della paura”

Marcel Beyer

Forme originarie della paura

traduzione di Silvia Bortoli

Torino, Einaudi, ‘Supercoralli’, 2011, 400 p.

l’incipit – Fino alla sua morte, nel febbraio del 1989, Ludwig Kaltenburg aspetta il ritorno delle taccole. Persino durante il suo ultimo inverno annuncia con fiducia ai visitatori che una coppia delle sue amate e ammirate cornacchie dagli occhi bianchi un giorno sceglierà il comignolo dello studio per nidificare, e la sua nidiata porrà le basi per una nuova colonia. – Lo so, cominceranno a costruire il nido solo tra qualche mese, – dichiara ai compagni di strada, agli allievi o ai giornalisti arrivati da Vienna dopo un’ora scarsa attraverso il paesaggio innevato della Bassa Austria. I suoi occhi sono rivolti al futuro. Avvolto in una coperta di lana, il grande zoologo Ludwig Kaltenburg è seduto vicino alla finestra, il disegno a quadri del plaid e i folti capelli bianchi, ormai sente pochissimo, ma la sua presenza di spirito non ne ha sofferto.

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