L’Osservatorio su germanistica.net

[L’Osservatorio critico della germanistica è da oggi disponibile tra i Materiali di germanistica.net. Per ora si possono scaricare i pdf dei numeri dall’1 al 28. Presto anche i successivi, fino al penultimo. Pubblichiamo di seguito l’editoriale del primo numero, firmato da Fabrizio Cambi nel 1998.]

Fabrizio Cambi

Letteratura e recensione, una compatibilità ancora utile?

In tempi in cui si decreta con una certa enfasi il declino della recensione e della critica storiografica la presentazione di una rassegna periodica degli studi di germanistica in Italia può apparire una proposta ambiziosa destinata forse a inserirsi a stento nel panorama sempre più limitato di un genere controverso e secondo molti da rifondare o cancellare. Se, come crediamo, non potranno essere mai eliminati il desiderio e il piacere di commentare un’opera, le condizioni di un possibile rilancio della recensione vanno ricercate in un rinvigorimento della discussione, serena e serrata al tempo stesso, sui testi perché in primo luogo si limiti la loro dispersione e si favorisca la circolazione delle idee in essi contenute.

Al dibattito sul valore della recensione, sui suoi canoni e sconfinamenti si può forse contribuire rievocando la sua forma più autentica e incisiva, così come la descriveva Goethe in Dichtung und Wahrheit. Ricordando, infatti, la sua collaborazione alla “Frankfurter Gelehrten Anzeigen” e il sodalizio con gli scrittori dello “Sturm und Drang”, precisava nel modo seguente i requisiti del buon recensore: “Chi aveva letto un libro per primo riferiva in merito, e qualche volta si trovava anche un correlatore; si discuteva l’argomento collegandolo con altri affini, e se alla fine si era giunti ad un certo risultato uno di loro si incaricava di redigere l’articolo. Per questo molte recensioni sono tanto robuste quanto vivaci, tanto gradevoli quanto soddisfacenti”.

Non è certo facilmente riproponibile un simile metodo di lavoro in base al quale la valutazione orale di un’opera compiuta in un circolo letterario si traduce poi nella sintesi di una recensione scritta collettiva. Eppure, mutatis mutandis, grazie alla comunicazione multimediale, si pensi alle accelerazioni epistolari della posta elettronica, si può forse attivare un circuito informativo e critico in grado di sottrarre all’anonimato il prodotto cartaceo, ormai ipertrofico quanto editorialmente omologabile e sempre meno visibile. Per colmare il divario fra una produzione libraria, ricca e dispersiva, e una ricezione spesso condizionata dai complessi meccanismi distributivi, occorrono canali d’informazione che non solo comunichino le novità di stampa, ma arricchiscano il panorama critico.

Non è d’altra parte pensabile che il recensore, pur animato dalle migliori intenzioni propositive e costruttive, possa modificare l’immagine del suo status, più contestato che apprezzato, di militante lettore smaliziato, fino ad essere considerato da molti abile manipolatore di giudizi, sgradevole o importuna appendice del libro da giudicare, in grado di influenzare in un modo o nell’altro, con l’uso strategico di qualche aggettivo, indirizzi e piani editoriali. Se il recensore è stato definito, di volta in volta, uno “scroccone ornamentale”, un interessato istigatore di polemiche, un guastatore e regolatore di conti, allo scopo di comprovarne l’inutilità se non proprio la dannosità, la formula critica che egli propone, pur nei suoi squilibri e nelle sue tendenziosità, resta insostituibile e si rivela oggi ancor più necessaria come antidoto alla marginalizzazione del testo letterario e saggistico.

Lo scopo di questo nuovo periodico, che avrà una scansione quadrimestrale, è di assicurare prioritariamente un’informazione bibliografica tempestiva e capillare, nella forma di recensioni, schede e segnalazioni, della letteratura critica, pubblicata segnatamente in Italia, sulla lingua e la letteratura tedesca, la filologia germanica e le letterature scandinave. Si intende, quindi, costruire un osservatorio, il cui spettro critico dovrebbe registrare e discutere anche ricerche e contributi limitati spesso a circuiti editoriali e distributivi modesti o poco perspicui.

L’acquisizione a tutto campo di materiali, compresi saggi e articoli, pubblicati su riviste e in volumi miscellanei, potrà comunque realizzarsi con il sostegno di un’indispensabile e sollecita comunicazione di editori e autori, questi ultimi invitati a loro volta a segnalare e a recensire altri testi. In un’apposita sezione saranno riportate le edizioni di traduzioni in lingua italiana che potranno essere oggetto di recensione, in particolare se corredate di apparati critici. Lessing, in una puntata della Hamburgische Dramaturgie, scriveva che “il vero critico non segue le regole del proprio gusto, ma al contrario modella il proprio gusto su quelle regole che la natura della cosa richiede”.

La “natura della cosa” è in questo caso la germanistica che, anche solo limitata al panorama italiano, presenta una geografia spesso carsica, le cui diramazioni stentano a raccordarsi in vasi comunicanti, imboccando di frequente originali e personali percorsi di ricerca, che qui si intendono osservare e far interagire per individuare e discutere orientamenti e indirizzi critici. Più problematico risulta invece enucleare e rispettare le regole lessinghiane che, tradotte nella terminologia moderna, significano quei canoni di metodologia critica che dovrebbero scandire e connotare, pur nella inevitabile eterogeneità, la griglia ermeneutica più adeguata di accostamento al testo letterario.

Ai processi omologanti di globalizzazione della società contemporanea, che si riflettono anche sulla scrittura, la critica letteraria e, nel nostro campo, la germanistica con le sue radici e i suoi itinerari diversificati possono sottrarsi, rivendicando pluralismo e specificità di proposte e prospettive. Questo periodico, il cui osservatorio nasce in una realtà di confine, intende registrarle e problematizzarle, favorendo per quanto possibile sia una Entgrenzung culturale sia una valorizzazione del contributo critico della germanistica italiana nel contesto della germanistica tedesca e degli altri paesi.

Fabrizio Cambi

da: Osservatorio critico della germanistica, 1, 1998

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