Vittorio Santoli e il Faust

[Pubblichiamo il discorso tenuto da Fabrizio Cambi alla Casa di Goethe, in via del Corso a Roma, lo scorso 30 settembre in occasione della presentazione del volume J. W. Goethe, Faust, traduzione e commento di Vittorio Santoli, Castrovillari, Edizioni dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, 2014. M.S.]

Fabrizio Cambi

Il dialogo fra il Signore e Mefistofele nel Prologo in Cielo Goethe non avrebbe potuto rileggerselo o modificarlo a Roma nella casa in via del Corso, dove soggiornò fra il 30 ottobre 1786 e il 23 aprile 1788, perché del Faust aveva composto solo alcune scene, raccolte in un conglomerato conosciuto a posteriori come Urfaust. Goethe a Roma, fra l’ultima settimana di febbraio e la metà di marzo 1788, compose oltre al piano della tragedia sicuramente la scena della Cucina della strega sotto i pini nel parco di Villa Borghese e verosimilmente il frammento del Patto e la scena Bosco e spelonca. Lo spiega ancora Vittorio Santoli nella sua Introduzione al Faust che siamo qui a presentare. Ma chi era e che cosa ha rappresentato questo studioso, oggi se non dimenticato troppo poco ricordato, nella germanistica e più in generale nella cultura?

Vittorio Santoli, germanista e comparatista, vissuto fra il 1901 – era nato a Pistoia – e il 1971, maestro di generazioni di studenti e di docenti futuri e del suo tempo come professore di Lingua e Letteratura tedesca dal 1937 al 1967 all’università di Firenze, si distingue per un originale percorso scientifico e culturale. Sul finire degli anni Venti, su invito del filologo e letterato Michele Barbi, collaborò alla raccolta di canti popolari toscani e italiani, avviando uno dei suoi indirizzi prediletti e più fertili di ricerca nella sua attività di filologo sulla poesia popolare intesa come corpo storico di testi, un interesse questo che si rifletterà anche sulle modalità di accostamento critico al Faust. Ma nello stesso 1929 pubblicò la prima monografia di letteratura tedesca, Wackenroder e il misticismo estetico cui segue l’edizione dei Frammenti critici e scritti di estetica di Friedrich Schlegel (Sansoni 1937). Accademico della Crusca, membro dell’Accademia nazionale dei Lincei, cofondatore della Internationale Vereinigung für germaniche Sprach – und Literaturwissenschaft e socio dello Institut für Sprache di Mannheim, Santoli fondò nel 1946 la Rivista di Letterature moderne che nel 1955 prese il titolo di Rivista di Letterature moderne e comparate. Fra i suoi molti meriti, che hanno contribuito in modo determinante a rinnovare nella metà del secolo scorso l’impianto metodologico e di prospettiva critica della germanistica italiana, e non solo, meriti che in questa sede posso riassumere solo in minima parte, ricordo la singolare e illuminante Storia della letteratura tedesca (Sansoni 1965), definita dalla germanista Maria Fancelli «un manuale di letteratura comparata applicata, tutto percorso dal desiderio di fornire sempre grandi visioni d’insieme, passaggi di territori e di confini, grandi sistemi letterari e linguistici in movimento, entro i quali isolare pochi eminenti autori». Continua a leggere in pdf

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