Gli angeli caduti nell’immaginario di Friedrich Dürrenmatt

[Elephant & Castle è una vivace ed interessante rivista culturale che, creata nel web da ricercatori dell’ateneo bergamasco, si propone come luogo di transito, più che di approdo, proprio come la stazione della metropolitana londinese da cui prende il nome. Un crocevia multidisciplinare dove letteratura, storia dell’arte e cinema dialogano, nel tentativo di indugiare sul pensiero creativo e le proprie dinamiche. Tratto dal sito internet, proponiamo il saggio di Massimo Salgaro che esplora l’opera di Friedrich Dürrenmatt partendo dai suoi disegni, angeli decaduti, metafora di un mondo. C.M.]

Massimo Salgaro

Ora immaginiamoci che, per uno strano scherzo o per la svolta drammaturgica verso la peggiore piega possibile che Friedrich Dürrenmatt (Dürrenmatt 1982: 75-76) impone al mondo, Dio, il perno su cui tutto il resto si regge, venisse a mancare. Immediatamente i confini fra cielo e terra, trascendenza e immanenza, bene e male, angeli e demoni verrebbero cancellati. Gli angeli, solitamente portavoce di un messaggio divino, diventerebbero esseri inutili, ridicoli. Se anzi mantenessero la loro vocazione ad enunciare la verità dovrebbero annunciare il materialismo più radicale, l’immanenza assoluta, arrivando paradossalmente a confondersi con il diavolo che nega la trascendenza e la presenza divina. Anche gli angeli che ostinatamente continuassero a mantenere i valori tradizionali della fede, della giustizia e dell’umanità dovrebbero riconoscere la fallibilità del loro disegno. Quindi, in un mondo senza trascendenza tutti gli angeli sarebbero caduti e, per un certo verso, diabolici (Dürrenmatt 1994). Continua a leggere su Elephant & Castle

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