Un companion italiano su Durs Grünbein

Esce ne “il quadrifoglio tedesco” la prima raccolta di studi in lingua italiana su Durs Grünbein, nato a Dresda nel 1962 e voce più nota della poesia tedesca contemporanea. Ad aprire il volume, curato da Daniele Vecchiato, è la Ouverture a posteriori, un testo dello stesso Grünbein qui per la prima volta versato in italiano.

I sQT39_Vecchiato_copertinaaggi di Anna Maria Carpi, Anne Fuchs, Matteo Galli, Joanna Jabłkowska, Fabian Lampart, Albert Meier, Ernst Osterkamp, Italo Testa, Amelia Valtolina, Michele Vangi e Daniele Vecchiato offrono attraverso percorsi di lettura tematici e per opere una panoramica sulla poesia e la saggistica di Grünbein, esplorando i nuclei essenziali della sua produzione: il corpo, la storia, la memoria, il dialogo con la filosofia e le arti. Al contempo, i nuovi contributi ampliano l’orizzonte su territori critici nuovi e su testi più recenti. Il volume si chiude con una sezione dedicata alle poesie “italiane” di Grünbein, alla sua ricezione nel nostro paese e al suo rapporto con la tradizione letteraria italiana.

Leggiamo dalle osservazioni conclusive di Anna Maria Carpi, che ci regala una nuova traduzione

Così pensavo di tanto in tanto stendendo questa mia riflessione di traduttrice, cui devo ora invece aggiungere, ancora non formulabili, il mio stupore e il mio plauso per la raccolta Zündkerzen (“Candele di accensione”, 2017) che contiene qualche testo già noto ma moltissimi nuovi: certo, è sempre più prosa che poesia, se poesia volesse dire canto, ma è uno squarcio grandioso sul mondo, aggiornato sul nostro ultimo oggi. Leggiamo per esempio il testo d’apertura, intitolato Aus einem Buch der Schwächen (“Da un libro delle debolezze”)

Agenda gigantesca questa vita –
ben diversa all’arrivo, poi così.
Se chiudiamo gli occhi ci vediamo
su un ascensore: conta gli anni come
i piani della casa. In mezzo smonta
qualcuno e va per l’andito al suo doppio.
Per metà inciampa e bussa a porte sbagliate
perché fuori c’era dipinto un cuore. E poi –
questo crollare dalla stanchezza, che fa così bene.
Ora di giorno in giorno cade un petalo
dal folle mazzo che ancor ieri enorme
quasi faceva esplodere il suo vaso.
Ortensia blu anemone selvaggio tulipano nero –
e come suona d’improvvisazione:
studi per un pianoforte-giocattolo – un verso senz’aggrappo.
Senz’aggrappo vuol dire: moriamo e non si nota
e a un tratto ci rallegra
di vivere come fossimo immortali,
intanto ad arginarci è la scrittura e ogni
parola singola è centrale. Su, mettiti,
scrivi il libro delle tue quotidiane debolezze.

This entry was posted in In vetrina, Marco Castellari, Saggi, Segnalazioni, Traduzioni and tagged , , , . Bookmark the permalink.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *