Uwe Johnson, La maturità del 1953 (Ingrid Babendererde)

[Dalla rubrica Tremilabattute di Allegoria. M.S.]

Paola Quadrelli

L’editoria italiana, che dopo le prime traduzioni feltrinelliane degli anni Sessanta aveva riservato a Uwe Johnson un interesse sporadico, si accinge ora a riproporne l’opera con lodevole sistematicità; alla traduzione completa degli Jahrestage, avviata nel 2014 da L’Orma, si affianca la pubblicazione del primo romanzo dello scrittore, Ingrid Babendererde. Reifeprüfung 1953, che l’editore Keller offre in una traduzione precisa e affidabile [di Fabrizio Cambi]. Scritto tra il 1953 e il 1956 e rifiutato dagli editori tedesco-orientali per motivi di opportunità politica e da Suhrkamp per una certa aura di provincialismo ed esotismo, il romanzo fu pubblicato postumo nel 1985. Nonostante alcuni tratti acerbi, esso rappresenta un’opera di grande rilevanza sia sotto il profilo artistico – la complessa composizione rivela già il notevole ingegno sperimentale dell’autore – sia sotto il profilo storico e autobiografico, in quanto documento della campagna antireligiosa nella DDR degli anni 1952-53 di cui Johnson fu testimone diretto, sia sotto l’aspetto educativo-morale, come monito alla resistenza contro i soprusi del potere. Dal punto di vista tematico è inoltre interessante osservare che l’opera di Johnson si apre e si chiude all’insegna della raffigurazione dell’educazione scolastica nella Germania socialista: la rievocazione degli anni trascorsi da Gesine in un liceo della DDR costituirà, infatti, uno dei più robusti filoni narrativi dell’ultimo volume degli Jahrestage e nella descrizione del contesto scolastico confluiranno, del resto, situazioni e personaggi già presenti nel primo romanzo, all’epoca (1983) ancora inedito.
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