La nuova traduzione del Doctor Faustus nei Meridiani

DF

Thomas Mann

Doctor Faustus
e Romanzo di un romanzo

nuova traduzione e cura di Luca Crescenzi

Milano, Mondadori, I Meridiani, 2016, 1376 p.

Dalla presentazione editoriale: «Scritto in esilio tra il 1943 e il 1947, narra le vicende del geniale compositore Adrian Leverkühn, nel quale – ispirandosi a Nietzsche – Mann ritrae una figura rappresentativa e simbolica dell’uomo tedesco vissuto tra fine ‘800 e inizio ‘900, dando una nuova interpretazione al tema del “patto col diavolo”. La nuova traduzione del noto germanista Luca Crescenzi è condotta sul testo tedesco filologicamente ricostruito, in molti passi diverso da quello finora noto; in più un’ampia introduzione e un ricchissimo commento. Il volume contiene inoltre il Romanzo di un romanzo, saggio in cui Mann ripercorre le fasi creative del Faustus».

Dalla recensione di Alessandro Zaccuri apparsa sull’Avvenire il 6 maggio scorso: «Il Doctor Faustus non è semplicemente l’allegoria del patto con il diavolo nazista stretto dalla nazione tedesca. I livelli di lettura del romanzo sono assai più complessi, come dimostra il germanista Luca Crescenzi nel saggio che introduce la sua nuova traduzione del romanzo e della relativa Genesi: pubblicato nei Meridiani, il volume prosegue la risistemazione del opera di Mann avviata nel 2010 da Mondadori con l’innovativa versione della Montagna magica (non più incantata) firmata da Renata Colorni. L’interpretazione suggerita da Crescenzi non si limita a riportare in superficie le fonti teologiche del libro, con particolare riferimento agli scritti di Paul Tillich sul “demoniaco”, ma contesta anche l’immagine corrente di un Mann non del tutto a suo agio in ambito musicologico, dato che la peculiare prosa di Leverkühn (la cui stratificazione stilistica è qui resa con un registro molto più ampio rispetto a quello della classica traduzione di Ervino Pocar) nasconde in sé un sofisticato sistema di notazione. Ma il fuoco prospettico dell’interpretazione sta nella sostanziale inaffidabilità del testimone Zeitblom. Mentre compatisce Adrian, Serenus sta in realtà cercando di scagionarsi, allontanando da sé la contraddittoria drammaticità dell’esperienza artistica sperimentata dall’amico. Ecco perché Mann sente il bisogno di un autocommento parentesi (il «romanzo di un romanzo»), proprio come André Gide il prima di lui, alle prese con la materia incandescente dei Falsari si era sentito in dovere di esibire le pezze d’appoggio del suo diario. Il diavolo, maestro di sottigliezza, non può essere battuto se non in astuzia».

Qui la recensione di Giorgio Montefoschi sul Corriere della Sera e quella di Quirino Prinicipe sul Sole24Ore.

This entry was posted in In vetrina and tagged , , , . Bookmark the permalink.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *