Gli strumenti attuali della germanistica italiana

[Riceviamo dagli amici Maurizio Pirro, Massimo Salgaro e Michele Vangi, questa Lettera aperta per prossimo incontro (2016): Gli strumenti attuali della germanistica italiana, che pubblichiamo volentieri. M.S.]

Cari amici,

volevamo scrivervi questa mail prima di Natale per inserirvi i nostri auguri a voi e alle vostre famiglie ma visto che alcuni impegni ci hanno distratto, ora non ci resta che esprimervi un augurio di buon anno. Dopo l’ultimo incontro di “Gli strumenti attuali della germanistica Italiana/Die italienische Germanistik und ihre aktuellen Methoden”, svoltosi a Villa Vigoni e all’Università di Milano da  23 al 24 settembre 2014, generosamente sostenuto dal finanziamento del DAAD e dalla collaborazione del direttivo AIG – il primo si era svolto a Verona il 22-23.11.2012 – a cui molti di voi eravate invitati e al quale molti di voi hanno partecipato, abbiamo pensato che fosse venuto il momento di fissare alcuni punti che ci hanno guidato nell’organizzazione di questi incontri e di comunicarveli. Abbiamo deciso di estendere questo invito anche ad alcuni che, per un motivo o per un altro, non hanno partecipato ai primi due incontri; l’intento è quello di estendere il più possibile il nostro appello alla collaborazione.

Innanzi tutto i nostri incontri hanno voluto fornire un’opportunità di dialogo e di confronto metodologico ai rappresentanti più giovani della nostra disciplina, ovvero dottorandi, post-doc e ricercatori. Per permettere un confronto franco e aperto abbiamo cercato di evitare una struttura che, come nei convegni più tradizionali, fosse una sfilata di relazioni atte a fare sfoggio di competenze e narcisismi vari. Il rapporto fra le parti dedicate alle relazioni e quelle per le discussioni doveva essere appannaggio di quest’ultime.

La struttura da noi ideata intendeva favorire il dialogo invitando voi non come relatori (sempre una minoranza e con il compito di stimolare la conversazione fra di noi attraverso degli Impulsvorträge), ma come respondents informati che prima di venire al convegno erano stati incoraggiati a studiare il materiale a disposizione online. Dialogico voleva essere anche l’invito al nostro “ospite d’onore” (Winfried Menninghaus nel primo, Monika Schmitz-Emans nel secondo appuntamento), che non era solo l’oggetto della discussione con la sua opera, ma anche soggetto nella discussione che interagiva con tutti noi. Non intendeva essere un omaggio all’ospite, ma una discussione critica della sua opera. Come avrete sicuramente notato, non abbiamo distinto fra “strutturati” e “non-strutturati” – termini che non amiamo particolarmente! – cercando di invitare tutti quelli che, a nostro parere, potessero essere interessati a questo tipo di confronto. La maggior parte dei colleghi ha accettato l’invito ai nostri meeting, che hanno offerto anche l’opportunità di allacciare nuovi rapporti e nuove collaborazioni scientifiche (e, perché no, divertirsi!).

Nella scelta dei relatori e dei temi proposti abbiamo cercato di essere più vari possibili, volendo proporre una riflessione sulla metodologia senza accreditare un indirizzo metodologico particolare. I temi trattati spaziavano dal romanticismo tedesco al fumetto, dall’estetica del Settecento alle scienze cognitive, dalla cultura europea a quella araba. Abbiamo inoltre deciso di non pubblicare gli atti perché secondo noi il confronto e il dialogo nella sua dimensione orale dovevano avere la priorità rispetto ad altre finalità.

Vi stiamo esponendo queste linee guida che hanno orientato il nostro operato perché uno dei nostri capisaldi era anche che questa formula non dovesse essere troppo personalizzata e che anzi gli organizzatori dovessero essere interscambiabili. La nostra idea era che questo “format” non fosse una nostra esclusiva ma qualcosa da condividere con la comunità scientifica. Infatti al nucleo originario di organizzatori (Maurizio Pirro, Massimo Salgaro) si è aggiunto Michele Vangi, che ha dato una sua specifica impronta alla giornata di Villa Vigoni/Milano. Ora vorremmo passare a voi il testimone e sollecitarvi a diventare promotori di uno dei prossimi incontri. Finora abbiamo organizzato i convegni a scadenza biennale; quindi se qualcuno di voi avesse un’idea per il prossimo, avrebbe tempo più di un anno (2016) per progettare, pianificare e realizzare l’incontro.

Noi potremmo fornire un appoggio scientifico e “morale” all’iniziativa, ma non vogliamo figurare necessariamente come organizzatori perché pensiamo che ogni incontro debba essere il frutto dell’alchimia fra il responsabile (o il team dei responsabili), il luogo e gli ospiti e i respondents invitati. Solo così, attraverso un confronto aperto, critico e differenziato sui principi e le metodologie della nostra materia, pensiamo che per le nostre discipline ci sia un futuro in un universo accademico perlopiù contrario ai principi che qui abbiamo esposto.

In attesa delle vostre proposte, vi mandiamo un caro saluto

Maurizio Pirro
Massimo Salgaro
Michele Vangi

16 gennaio 2015

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