La scuola in Ingrid Babendererde di Uwe Johnson

[Paola Quadrelli ha risposto all’appello a inviare materiali su Uwe Johnson con lo studio «Educare l’uomo nuovo»: la scuola negli anni dello stalinismo, secondo capitolo del suo volume Il partito è il nostro sole. La scuola socialista nella letteratura della DDR, Aracne, Roma 2011, pp. 53-107. Lo pubblichiamo con grande piacere. L’immagine viene, naturalmente, dalla Bundeszentrale für politische Bildung. M.S.]

Paola Quadrelli

L’opera prima di Uwe Johnson[1], rimasta inedita per decenni e pubblicata postuma nel 1985, costituisce il punto di partenza ideale per la nostra ricognizione sulla raffigurazione della scuola nella letteratura della DDR. Il romanzo, definito dal filologo johnsoniano Bernd Neumann, «il fiore all’occhiello dello specifico Schulroman della DDR»[2], costituisce un’opera significativa sotto molti aspetti: sotto il profilo artistico, innanzitutto, come prima e notevole prova letteraria di un futuro grande scrittore; sotto il profilo storico e autobiografico, come documento di una precisa situazione politica – la campagna antireligiosa nella DDR degli anni 1952-53, di cui Johnson fu testimone diretto – sotto l’aspetto educativo-morale, come monito alla resistenza contro il sopruso del potere e favore della tolleranza e della libertà individuale e sotto il profilo storico-letterario, in quanto esempio di Schulroman che si inserisce nella tradizione specificamente tedesca di questo genere. La vicenda editoriale del romanzo, i rifiuti, dettati da ragioni di opportunità politica e di qualità artistica, opposti dagli editori tedesco-orientali e poi dalla stessa Suhrkamp, la celebre e prestigiosa casa editrice di Francoforte sul Meno cui Johnson sottopose il romanzo nel 1957, aprono infine, uno scorcio sulla situazione editoriale della Germania orientale, influenzata dalle alterne e tumultuose vicende politiche degli anni della guerra fredda, e aiutano il lettore a comprendere meglio il distacco di Uwe Johnson dalla patria socialista.

Indagheremo qui il romanzo da diverse prospettive, sottolineandone, in particolare, il ruolo di testimonianza storico-politica e la sua collocazione nel genere dello Schulroman.

L’azione del romanzo si svolge in quattro giorni alla fine del maggio 1953 in un’anonima cittadina del Meclemburgo[1]. L’autore mette in scena un conflitto scolastico nato dall’irruzione della politica nelle aule del liceo e ne condensa lo svolgimento, con evidente licenza artistica, in soli quattro giorni. Una studentessa aderente alla Junge Gemeinde, Elisabeth Rehfelde, dinanzi alla provocazione di Dieter Seevken, lo studente a capo della sezione liceale della FDJ, che la sollecita a operare una scelta tra la FDJ e la Junge Gemeinde, butta per terra il libretto della federazione giovanile[2]. L’evento si inserisce nella campagna pagna repressiva contro la comunità giovanile evangelica, guidata dalla FDJ e appoggiata dal direttore della scuola, Robert Siebmann. Ne scaturisce una situazione drammatica, in cui ciascuno deve fare appello alla propria coscienza e scegliere tra due opzioni inconciliabili: l’adesione conformistica alle autorità scolastiche o il dissenso aperto e dichiarato. Ingrid Babendererde, chiamata a prendere la parola sull’argomento in un’assemblea scolastica, si pronuncia a favore della libertà di espressione e di culto. La maggioranza degli studenti (289 contro 17), vota però contro la mozione di Ingrid. Ingrid viene esclusa dall’ammissione all’esame di maturità e nei giorni successivi è seguita nei suoi spostamenti da un poliziotto della Stasi. Il ragazzo di Ingrid, e suo compagno di classe, Klaus Niebuhr, scrive a questo punto una lettera alla presidenza della scuola in cui rimette spontaneamente le sue ‟dimissioni” dal liceo. Ingrid e Klaus, grazie a un documento falsificato che è stato loro fornito dal compagno Jürgen Petersen, raggiungono la stazione e salgono su un treno diretto a Berlino Est. Da qui, si trasferiscono all’Ovest, consapevoli che non potranno più rivedere i familiari e gli amici. Da Berlino Ovest, Klaus si separerà poi da Ingrid e andrà ad Hannover: una separazione di un anno che permetterà ai due giovani di verificare la solidità del loro rapporto. Continua a leggere in pdf


[1] Negli Jahrestage la cittadina da cui provengono Klaus e Ingrid riceve la denominazione fittizia di «Wendisch Burg». Una caratteristica singolare della narrativa di Johnson è, infatti, la ricomparsa di personaggi e la continuità di luoghi, persone e biografie nell’arco dell’opera narrativa dell’autore. Così, nella tetralogia Jahrestage (1970-1983) ricompaiono i personaggi di Ingrid Babendererde: Klaus Niebuhr è, infatti, cugino della protagonista Gesine Cresspahl. Il germanista Bernd W. Seiler, che ha svolto un accurato studio della topografia di Wendisch Burg, avanza l’ipotesi che il modello della cittadina dove si svolge la vicenda narrata in Ingrid Babendererde sia Krakow am See, al margine meridionale della pianura di laghi del Meclemburgo (cfr. Bernd W. Seiler, Von Wendisch Burg nach Jerichow. Anmerkungen zu Uwe Johnsons imaginärer Topographie, in «Wirkendes Wort», 38, 1998, pp. 88-111).

[2] Cfr. U. Johnson, Ingrid Babendererde. Reifeprüfung 1953, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1985, p. 34. Si cita d’ora in poi in testo indicando direttamente il numero di pagina. Nella traduzione dei passi di Uwe Johnson si è cercato il più possibile di rispettare le particolarità grafiche del testo originale e l’interpunzione usata dall’autore.



[1] Uwe Johnson nacque a Cammin in Pomerania il 20 luglio 1934. Trascorse gli anni dell’infanzia (1934-44) ad Anklam, nella Pomerania anteriore. Alla fine della guerra raggiunse come profugo il Meclemburgo. Il padre, Erich Johnson, fu internato dai sovietici, deportato a Kovel, in Ucraina, e dichiarato morto nel 1948. Nel 1946 la famiglia si trasferì a Güstrow, dove Uwe frequentò dal 1948 al 1952 il liceo John Brinckmann. Studiò poi germanistica a Rostock e dal 1954 a Lipsia, dove si laureò con il celebre germanista Hans Mayer. Nel 1956 la madre e la sorella fuggirono dalla DDR e si stabilirono nella Germania federale. La pubblicazione del romanzo Mutmassungen über Jakob (Suhrkamp 1959) segnò il successo letterario di Johnson, definito d’allora in poi «lo scrittore delle due Germanie». Nel luglio 1959 Johnson si trasferì a Berlino Ovest, nel 1961 pubblicò Das dritte Buch über Achim, nel 1964 Karsch und andere Prosa e nel 1965 Zwei Ansichten, sempre presso il fedele Suhrkamp. Tra il 1966 e il 1968 Johnson trascorse lunghi periodi a New York con la moglie Elisabeth e la figlia Katharina (nata nel 1962). Iniziò qui il progetto degli Jahrestage, i cui primi tre volumi si susseguirono a breve distanza tra il 1970 e il 1973. Gravi problemi di salute e la drammatica separazione dalla moglie determinarono un ritardo nella conclusione del quarto volume che uscì solamente nell’autunno 1983. Lo scrittore, che dal 1973 viveva in Inghilterra, a Sheerness-on-Sea, morì per un infarto, presumibilmente nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 1984. Il corpo fu ritrovato solamente il 13 marzo.

[2] B. Neumann, Philologie und Biographie in Uwe Johnsons frühen Texten (1952-1959). Eine Annäherung, postfazione a U. Johnson, «Entwöhnung von einem Arbeitsplatz». Klausuren und frühe Prosatexte, Suhrkamp, Frankfurt a. Main 1992, pp. 129-211, qui p. 181.

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