Pisa | Harry Kessler e i suoi diari italiani

Kessler_Pisa3 dicembre 2013, h. 17:45
Biblioteca di Storia delle Arti (Sala A) – Via Nicola Pisano angolo Via Trieste
PISA

In occasione della pubblicazione in italiano da Mimesis di una scelta dei diari di Harry Kessler,  i due curatori del volume, Luca Renzi e Gabriella Rovagnati intervengono a Pisa con Serena Grazzini, che assieme a loro e a Loretta Monti ha tradotto la cospicua edizione, per descrivere le pagine nostrane di uno dei grandi protagonisti della cultura europea fra Ottocento e Novecento.

Harry Kessler: Viaggi in Italia. Appunti dai diari.
A cura di Luca Renzi e Gabriella Rovagnati.
Milano: Mimesis 2013 (il quadrifoglio tedesco)

Dalla quarta di copertina

Questa scelta antologica dei corposi Diari di Harry Kessler raccoglie le impressioni registrate dall’autore durante i suoi diversi Viaggi in Italia, avvenuti tra il 1892 e il 1930. Pur presentando lacune anche di anni, gli appunti qui riuniti permettono di seguire l’evoluzione di questo poliedrico intellettuale, che si trovò a vivere anche nel nostro paese esperienze fondamentali per la sua maturazione di storico, storico dell’arte, politico e scrittore. Il volume offre una messe di informazioni e di competenti valutazioni relative a innumerevoli opere architettoniche, pittoriche e scultoree, presenta una serie di microritratti di personalità che ebbero ruoli di spicco nei campi più diversi, nonché uno spaccato della difficile situazione che si venne a creare fra vincitori e vinti alla fine della Prima Guerra Mondiale e che preparò il terreno all’avvento in Europa dei diversi fascismi.

Il conte Harry Kessler (1868-1937), nato a Parigi da una nobildonna di origini anglo-irlandesi e da un banchiere di Amburgo, era destinato ad avere una vocazione cosmopolita. Tipico enfant gâté, educato nelle migliori scuole inglesi e tedesche e abituato ai modi raffinati del bel mondo, il poliglotta Kessler non solo fu amante delle arti e loro instancabile promotore ma anche intelligente diplomatico e uomo politico – affiancò, fra l’altro, nella delegazione tedesca alla Conferenza di Genova del 1922 Walter Rathenau, di cui compose negli anni successivi una memorabile biografia. La sua vita inquieta lo portò a compiere numerosi viaggi, anche nel nostro paese, che Kessler amò come un museo a cielo aperto e come una terra dal paesaggio multiforme e incantevole. Morì in esilio semi-volontario a Lione.

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