La vocazione teatrale di Harry Kessler

21 novembre 2013, h. 17:30
Chiostro Nina Vinchi | via Rovello 3

Al Piccolo Teatro di Milano, Marco Castellari e Gabriella Rovagnati  presentano  l’ultimo volume uscito nella collana il quadrifoglio tedesco

Kessler_copertinaNella sede storica di via Rovello, l’incontro del 21 novembre è dedicato a Harry Kessler, una delle figure più intriganti del primo Novecento europeo.
Evento organizzato in collaborazione da Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania, Piccolo Teatro di Milano, Università degli Studi di Milano, Mimesis Edizioni

Qui la locandina della presentazione

L’incontro è a ingresso libero con prenotazione obbligatoria, scrivendo una mail a comunicazione@piccoloteatromilano.it con in oggetto “Kessler”, seguito dal vostro nome, cognome e numero di posti da riservare. Riceverete conferma di avvenuta prenotazione.

 

Un ruolo decisivo ebbe, nella formazione e nella poliedrica attività intellettuale di Kessler, proprio il teatro – nei fervidi anni del grande rinnovamento drammaturgico e registico delle scene europee, Kessler si fece promotore di riforme e iniziative a contatto con figure quali Edward Gordon Craig, Max Reinhardt e Hugo von Hofmannsthal.

In occasione della pubblicazione in italiano di una scelta dei Diari (a cura di Luca Renzi e Gabriella Rovagnati, Mimesis 2013),  il condirettore della collana e la cocuratrice dell’edizione discutono la “vocazione teatrale” di Harry Kessler.

Nel corso dell’incontro, attori leggeranno alcuni brani dei diari.

Dalla quarta di copertina

Questa scelta antologica dei corposi Diari di Harry Kessler raccoglie le impressioni registrate dall’autore durante i suoi diversi Viaggi in Italia, avvenuti tra il 1892 e il 1930. Pur presentando lacune anche di anni, gli appunti qui riuniti permettono di seguire l’evoluzione di questo poliedrico intellettuale, che si trovò a vivere anche nel nostro paese esperienze fondamentali per la sua maturazione di storico, storico dell’arte, politico e scrittore. Il volume offre una messe di informazioni e di competenti valutazioni relative a innumerevoli opere architettoniche, pittoriche e scultoree, presenta una serie di microritratti di personalità che ebbero ruoli di spicco nei campi più diversi, nonché uno spaccato della difficile situazione che si venne a creare fra vincitori e vinti alla fine della Prima Guerra Mondiale e che preparò il terreno all’avvento in Europa dei diversi fascismi.

Il conte Harry Kessler (1868-1937), nato a Parigi da una nobildonna di origini anglo-irlandesi e da un banchiere di Amburgo, era destinato ad avere una vocazione cosmopolita. Tipico enfant gâté, educato nelle migliori scuole inglesi e tedesche e abituato ai modi raffinati del bel mondo, il poliglotta Kessler non solo fu amante delle arti e loro instancabile promotore ma anche intelligente diplomatico e uomo politico – affiancò, fra l’altro, nella delegazione tedesca alla Conferenza di Genova del 1922 Walter Rathenau, di cui compose negli anni successivi una memorabile biografia. La sua vita inquieta lo portò a compiere numerosi viaggi, anche nel nostro paese, che Kessler amò come un museo a cielo aperto e come una terra dal paesaggio multiforme e incantevole. Morì in esilio semi-volontario a Lione.

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