Winfried Menninghaus, La promessa della bellezza

La promessa della bellezza
Winfried Menninghaus

La promessa della Bellezza

a cura di Salvatore Tedesco
traduzione di Davide Di Maio

Palermo, Aesthetica, 2013

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(Indice, Introduzione di Salvatore Tedesco
Prefazione dell’autore all’edizione italiana)

Il termine “bello” gode di accezioni oltremodo variegate. Nel linguaggio comune esso viene utilizzato come significante quasi universale per l’attribuzione di una valenza positiva. Nel contesto più circoscritto della valutazione estetica, con l’attributo “bello” si contrassegnano molto spesso due classi di oggetti: i corpi naturali (di preferenza della propria specie) e le opere d’arte di ogni genere. In un senso più ampio, queste ultime comprendono anche pitture e monili che ornano i corpi umani, nonché i numerosi oggetti – arnesi, case, mobili ecc. – creati dall’uomo che alla base hanno anche un design estetico o che vengono di regola giudicati per le loro caratteristiche estetiche. La teoria evoluzionistica del “senso della bellezza” di Charles Darwin tratta di entrambi gli aspetti: la preistoria sessuale della nostra sensibilità per i pregi dell’apparenza fenomenica esteriore e la sua estensione e trasformazione nel campo delle arti e delle pratiche culturali.

Questo libro si occupa principalmente della prima parte della teoria di Darwin relativa al giudizio e all’azione condotti esteticamente, e cioè dell’attrazione immediata e delle inclinazioni all’azione che originano dalla percezione della bellezza fisica. In esso si analizza, sulle orme di Darwin e di numerosi nuovi studi, la fenomenologia e la funzione evoluzionistica della sensibilità per le sottili differenze dell’aspetto esteriore. Unitamente a ciò, si vaglia anche la trasformazione culturale della preferenza per i corpi belli rispetto ai meno belli nella moderna Lebenswelt; tanto più nel contesto dell’attuale culto della bellezza. Del secondo aspetto dell’estetica darwiniana – la nascita evoluzionistica delle arti e la loro trasformazione in pratiche culturali con ampia dispersione di varianti funzionali – mi sono già occupato nel mio libro Wozu Kunst? Ästhetik nach Darwin. [Dalla prefazione dell’autore all’edizione italiana.]

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