Stefan Zweig, Ventiquattro ore nella vita di una donna

August Macke,"Paar im Walde"

Stefan Zweig

Ventiquattro ore nella vita di una donna

traduzione di Vittoria Schweizer

Bagno a Ripoli (Firenze), Passigli Editori, 2013, pp. 108.

Dalla seconda di copertina: «Fra i romanzi brevi del grande scrittore Stefan Zweig (Vienna, 1881-1942), Ventiquattro ore nella vita di una donna è uno tra i più perfetti e avvincenti.  Scritto nel 1927, è la storia di una donna e di un uomo dominato dalla passione per il gioco che si incontrano, del tutto casualmente, nell’atmosfera febbrile del casinò di Monte Carlo. La vicenda viene narrata dalla donna stessa, ormai anziana, a un interlocutore pressoché sconosciuto, ma che le si rivela come l’unico possibile destinatario di un episodio della sua vita fino a quel momento non raccontato a nessuno, la confessione a cuore aperto di un amore dalla cui ossessione la donna era stata travolta e trascinata in una spirale di estasi e tormento. Lo svelamento del suo passato è tuttavia per lei soprattutto l’occasione per espiare e finalmente liberarsi da un evento durato appena l’arco di ventiquattro ore ma tale da totalizzare l’intero corso della sua vita successiva. Il racconto trascina il lettore in un magistrale crescendo di tensione psicologica, e lo fa penetrare nei complessi meccanismi che dominano la mente umana quando si trova in balia delle passioni, siano esse originate dall’amore, con tutta la sua incontrollabile sensualità, o siano quelle legate al demone del gioco d’azzardo, con tutta la loro carica distruttiva. Ma è al tempo stesso una profonda riflessione sul presente, sul passato e sulle età della vita, perché “invecchiare non significa altro che non avere più paura del proprio passato”.»

Con il decadimento dei diritti d’autore alla fine di dicembre 2012, si profilano per il celebre scrittore viennese, saggista e biografo, apologeta di una profonda identità europea, una ricezione e una riscoperta ad ampio spettro, anche in traduzione italiana. Per una panoramica delle iniziative dedicate all’intellettuale austriaco, morto in un “doppio suicidio” in esilio in Brasile, si veda: Stefan-Zweig-Centre Salzburg.

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