Natascia Barrale, Le traduzioni di narrativa tedesca durante il fascismo

Natascia Barrale

Le traduzioni di narrativa tedesca
durante il fascismo

Roma, Carocci, 2012

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Dalla presentazione editoriale: “Tra la fine degli anni Venti e la prima metà degli anni Trenta del secolo scorso il campo letterario italiano apre i propri confini alla narrativa straniera del tempo. Tra i volumi che si impongono all’attenzione dei lettori si distingue la presenza massiccia della prosa contemporanea tedesca, che giunge sugli scaffali delle librerie italiane incontrando il favore del grande pubblico. Dietro le quinte della vita editoriale sotto il regime fascista, le vicende di scoperta e di proposta, di censura, di autocensura o di autorizzazione delle traduzioni dalla narrativa tedesca descrivono un interessante – e a volte sorprendente – itinerario delle forme e dei modi in cui innumerevoli romanzi furono recepiti dai lettori italiani tra accuse di esterofilia e incipienti imposizioni di autarchia culturale. Oltre a delineare così un capitolo decisivo della storia dell’editoria italiana durante il fascismo come parte del più generale rapporto tra intellettuali e potere, l’autrice analizza una campionatura di traduzioni rappresentative dei generi letterari di maggior successo del tempo – romanzo al femminile, romanzo di guerra e romanzo di ambientazione metropolitana – offrendo anche un contributo filologico-testuale al dibattito traduttologico in corso. Spostando lo sguardo sui testi, tramite l’affiancamento di tre opere (di Vicki Baum, Arnold Zweig e Hans Fallada) con le rispettive traduzioni italiane, l’analisi comparativa sottopone a verifica i criteri di traduzione e svela le implicazioni ideologiche e politiche del tradurre in una specifica epoca storica.”

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