Nuovi poeti di Berlino 8: Hendrik Jackson

Theresia Prammer

Le poesie di Hendrik Jackson cercano una presa sulla realtà che, un po’ come accade per Marion Poschmann, possieda anche l’immediatezza di una “ripresa”, con effetti d’istantaneità, di estraniazione e perfino d’irriconoscibilità. Fin dal suo primo libro, Suggerimenti laterali (2001), la poesia di Jackson ha messo in scena una consapevole imprecisione, con una leggera tendenza astrattiva, tant’è che a tutta prima i suoi testi possono talvolta assomigliare a grovigli non facilmente districabili, come immagini del fitto di una boscaglia. Allo sguardo che Jackson rivolge in prevalenza alle cose che trascorrono, si accompagna in queste poesie un libero passaggio dei pensieri, che il poeta rovescia come su se stessi non solo per mostrarne il substrato, le zone d’ombra, ma soprattutto per rendere visibili e alla lettera esporre i circuiti più corrosi dalle abitudini mentali, le meccaniche più offuscate dalla resa alla banalità. Come ha scritto Daniela Seel, la poesia di Jackson e sempre intenta a decifrare «quello che emerge dalle molteplici correnti dei passaggi e del passato».  […] Va poi ricordato che Jackson e l’autore della poesia che ha fatto più scandalo in Germania negli ultimi anni: Difesa dalla persecuzione, seguendo la mia immaginazione. Pubblicata soltanto su rivista e in rete, questa poesia pone in relazione nel proprio intertesto Bin Laden con Paul Celan e Georg Büchner, costruendosi essa stessa attraverso quella disposizione sincronica che è propria della comunicazione mediatica. Bin Laden, inteso come colui che non è rintracciabile, e che pertanto risulta sottratto a qualsiasi immagine o possibilità di rappresentazione, viene scelto per questa poesia anche come la figura per eccellenza su cui i media occidentali hanno proiettato le loro angosce. Per l’enfasi posta sulla figura del terrorista, per l’aperta ironia nel trattare un argomento comunque scottante, per l’adozione “senza scrupoli” dei gerghi mediatici, ma anche per il coraggio di scrivere un pamphlet in versi sull’intreccio tra falsificazione mediatica e (im)potenza poetica, Difesa dalla persecuzione è un testo intenzionalmente, dichiaratamente provocatorio e irritante. Anche se è vero che nella velocità delle sovrapposizioni e sovrimpressioni, nel rapido alternarsi di ironia e calembour, di evocazione retorica e citazione intertestuale, Jackson rimane semplicemente fedele alla sua consueta impronta stilistica, che in questo caso semmai risulta soltanto completamente dispiegata. […] (da Ricostruzioni. Nuovi poeti di Berlino, a cura di Theresia Prammer, Milano, Libri Scheiwiller, 2011, pp. 395, 398-399)

schutz vor nachstellung,
meiner vorstellung nach

bin laden geht in die berge, geht bewundernswert &
bärtig durchs gebirge im zweiten programm und in allen.
was ist, von hier aus, die rückseite der kapitalistischen münze:
adler oder eichmann, goethe oder lenz? falsch: (baudrillard)

oha. die medien rufen ihn an: »hohle, hallo? halo?« holla!
»ja ja, hier hölle, hab ein video«. gut gelaunte europäer.
der teufel dringt ins detail. das netzwerk leckt! ist da noch
speichelplatz unter der (vernetzten) zunge des propheten?

das war verwirrend zwei in eins: hussein und al-quaida.
infos sickern durch: sie haben alles (im eden) aufgegeben
sogar ihre lauterkeit, stichwort: timing, gutes handling.
auch der löwe von münster sagt: gott fürchte, nicht menschen.

strittige frage. was schafft mehr verheerung? setzt hier
mal einen punkt, gönnt euch faktisches, heißt: hologramme.
nachts dann abstraktionen (der bart!). bleibt spucke weg.
nimm den dynamitgürtel, schau wie schön die hand schwitzt.

ob man wie du abends im stillen club zur lichtgestalt
der reflexion aufsteigt, in der partymenge auf raubein
(der apokalypse)
macht, verwaschenes von sich gibt
oder mit millionen dollar kalkuliert, mit tausenden toten

neue fiktionen beflügelt – ölpreise steigen, deine börse leer
(faktum)
– das ist, hohlköpfe, doch eins. wer pflanzte da
noch geranien (wo man zeitgleich auf den plätzen schunkelt)?
laß mal die vorstellung jetzt, schau nach dem stein

difesa dalla persecuzione,
seguendo la mia immaginazione

bin laden va in montagna, va ammirevolmente &
barbuto sui monti sul secondo programma e su tutti.
qual è, partendo da qui, il rovescio della moneta capitalistica:
adler o eichmann, goethe o lenz? falso: (baudrillard)

ehi. i media lo invocano: “pronto, grotta? un alone?” oilà!
“sì sì, qui l’inferno, avrei un video”. europei allegri.
il diavolo entra nei dettagli. la rete fa acqua! c’è ancora
memoria che si salva sotto la lingua (linkata) del profeta?

due in uno, questo era sconcertante: hussein e al-quaida.
s’infiltrano notizie: hanno abbandonato tutto (nell’eden),
perfino la loro limpidezza. parola d’ordine: timing, abile handling.
anche il leone di münster ci dice: temete dio, non gli uomini.

questione dubbia: cosa porta a maggiore devastazione? qui
mettete un punto, concedetevi fatti concreti, ossia: ologrammi.
la notte poi astrazioni (la barba!). da togliere il fiato.
afferra la cinta esplosiva, guarda che bella la mano che suda.

se uno come te la sera nel club silenzioso viene esaltato
come l’illuminato della riflessione, nella folla dei festanti
recita il burbero (dell’apocalisse), se emette cose slavate o
calcolate con milioni di dollari, con migliaia di morti –

nuove finzioni prendono il volo – crescono i prezzi del petrolio, vuota
la tua borsa – (dato di fatto) – questo è, testoni, tutto uguale. chi pianterebbe
lì ancora gerani (là dove all’unisono ondeggia la piazza)
ora però lascia l’immaginazione, guarda la pietra

(trad. A. Baldacci / T. Prammer)

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