Etologia delle Talpe Letterarie

via spaziojunior.piemonte.beniculturali.it

[Ripropongo il testo, punteggiato anche da ironia, che Christa Wolf scrisse in occasione dei 15 anni delle Edizioni E/O che, com’è noto, ha curato e tradotto in italiano (grazie ad Anita Raja) quasi tutta l’opera della scrittrice. Durante il primo incontro con gli editori Sandro Ferri e Sandra Ozzola, i coniugi Wolf vennero a sapere che Sandro aveva una libreria chiamata “Vecchia Talpa”: da quel momento in poi gli editori romani furono soprannominati “Le Talpe” e il loro lavoro di scavo viene omaggiato dalla parole della Wolf. C.M.]

Christa Wolf

La talpa literaria, una varietà della talpa comune, è stata finora avvistata solo nell’Europa meridionale. La sua tana principale si trova a Roma, da dove ha scavato, essenzialmente in direzione dell’Europa dell’Est, un gran numero di passaggi, sotterranei e in superficie, che nella maggior parte dei casi terminano nella tana più o meno nascosta di uno scrittore. Con i suoi occhi piccoli ma molto acuti, che in certe situazioni possono diventare peduncolati, e con un fiuto sviluppatosi solo in questa specie, scopre e annusa sotto montagne di carta i fogli per lei benefici, e non risparmia né fatica né astuzia, ma danaro sì possibilmente, per impossessarsi proprio di quei fogli, ottenerli dal povero scrittore a forza di chiacchiere o, in caso di necessità, sottrarglieli.

La talpa literaria compare in coppia sotto il nome fittizio di Sandroesandra una sorta di essere duplice, in grado di trascinare nella propria tana incredibili quantità di carta stampata o manoscritta, di cui pare si nutra, per poi trasformarla in modo misterioso e poco indagato in uno dei più straordinari prodotti di quella popolazione all’interno della quale la talpa literia vive: il libro.

Considerato che questo modo alternativo di vivere è estremamente malsano per non dire: anormale, non stupisce che il soggetto in questione sia guardato con sana diffidenza e tenuto a distanza non solo dalle altre creature che si dedicano a una condotta di vita ragionevole, ma persino dalle sottospecie del suo tipo, pur non essendo stati osservati, oltre al già menzionato e per altro immenso consumo di carta. Altri effetti immediatamente dannosi derivanti dal contatto tra la talpa literaria e gli altri animali, a parte il fatto che, in termini molto generali, a ogni essere vivente mediamente normale andrebbe sconsigliato con forza il contatto con un essere – una coppia addirittura! – inguaribilmente preda, in tutta evidenza, di un’idea fissa. Continua a leggere su Il Sole 24 Ore

This entry was posted in Claudio Musso, Saggi and tagged , . Bookmark the permalink.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *