Nuovi poeti di Berlino 7: Sabine Scho

Theresia Prammer

Coetanea di Monika Rinck e Marion Poschmann, Sabine Scho unisce la formazione di germanista a quella di studiosa e conoscitrice delle arti figurative, soprattutto di epoca contemporanea. Ha partecipato per anni all’importante blog “apripista” di critica e poesia “forum dei 13”, in particolare con interventi di analisi poetica fatti a caldo. Al suo ritorno in Europa dopo una lunga permanenza in Brasile, nel 2008 è diventata un’autrice della casa editrice berlinese kookbooks, che ha individuato e promosso una parte importante della giovane poesia tedesca degli ultimi anni. Ma il suo esordio poetico risale ad alcuni anni prima, con il volume Thomas Kling scopre Sabine Scho, uscito nel 2001 in una collana di Amburgo dedicata ai giovani talenti e ai loro maestri. A un poeta come Kling, che vedeva nella poesia un eccezionale «strumento di precisione ottica e acustica», l’accomuna tuttora un’attenzione particolare portata alla presenza della voce nel testo, unita alla conoscenza di tutto quello che riguarda le attitudini e i procedimenti della performance poetica. […] (da: Ricostruzioni. Nuovi poeti di Berlino, a cura di Theresia Prammer, Milano, Libri Scheiwiller, 2011, p. 351).

horst mit seinem neuen opel

kapitän, nimm uns mit, Platz satt
Sechssitzer, Sechszylinder, Pan-
oramafenster, das bis in die Seiten-
wande übergreift, Fahrkomfort der
großen Amerikaner, der ganz großen
Räder, Dreizehnzoll mit Superballon-
bereifung, breites Haifischmaul, riesiger
Kofferraum, beleuchtet, Abkehr von der
Ponton-Karosserie mit den sorgsam ge-
Rundeten Formen, 4,8 Meter lang, Stoß-
Stangen im galvanischen Bad verchromt
allein die Vorstellung verursacht galvanische
Hautreaktionen, Korrosionsschutz, Zweifarb-
lackierung in Pastell, Opel-Handler überall, uni-
verselles Verkaufskartell der General Motors, Horst
stolzer Eigner eines Kapitäns/Kapitän L, kanonen-
bestuckter Straßenkreuzer auf Kaperfahrt, erschreckt
durch plötzliches Auftauchen die Señoritas am Stras-
senrand, athletisch gebauter Neuweltgeier, immer zu
schnell, Shell AG (sechzig Pfennig der Liter) – „darauf
kannste Sprit tanken“ – befördert die Lust am Fahren
der treibenden Kraft für asphaltierten Rasen, Spielwiese
Opel-Prüffeld zu Lande zu Wasser und in der Luft, Blick
von der Brücke auf die Autobahn, auf Zubringer mit kapi-
taler Flügelspanne, Spitzengeschwindigkeit bei 140km/h
hubraumstark, der Arbeitsplatz der Kolben, Pansexualist
auf Spritztour, kein horsten, kein rasten, kein rosten, kein
nisten nirgends, schaust nach vorn, nicht zurück, mit nem
Blick, der klebt auf der Fernverkehrsstraße, im generellen
Halte-, Wende- und Rückfahrverbot, ziehst deine Bahnen
plankreuzungsfrei ohne Ortsdurchfahrten, Strohmann mit
Strohkoff er im Stauraum macht mobil, verzichtet vorläufig
auf Familienglück, Horst in seinem neuen Opel, der das
Haifischmaul für die Kühlluft im Fahrtwind schaukeln läßt
Herr der Lage, Leutnant der Straße, steuert leutselig oh-
ne Ziel, versteht sich als Herrenfahrer auf Damen, die wir-
kungsvollsten Figuren vor Ort im Straßenspiel, nimm mich
mit, Kapitän auf die
Fernverkehrsreise, nimm mich mit
wenn ein Unfall passiert, kommt ein Unfallkommando
viele Verletzungen entstehen durch das Armaturenbrett
und sind oft unvermeidlich tödlich, es ist ja bekanntlich
die Wucht zur Stoßzeit, die Zertrümmerungswucht, die
sich zusammensetzt aus Masse und Geschwindigkeit
Chromleisten verbiegen, Kühler bersten, Schädel gehn
durch Windschutzscheiben, der Sozius stanzt mit den
Zähnen ins Armaturenmetall, den Kiefer gebrochen
mein Fahrer war einmal, das ganze Modell eine
einzige Einzweckmaschine: »druck auf die Tube
überwinde den toten Punkt« kleiner Trost für
Wagenlenker, nach sieben Zehntel einer ein-
zigen Sekunde – bewiesen Detroiter-Puppen-
spieler – ist alles aus, die Tour vermasselt
verloren die innere Sicherheit, die Reise
nach Demimonde im Chassis des Opel-
diplom-Demiurgen vorbei, so wie ja be-
kanntlich alles einmal, gäb gerne Heuer
Rang und Stand
, das zu ändern »käm
bloß drauf an, was die Geschichte kostet«.

horst con la sua nuova opel

capitano, portaci con te, interno spazioso
sei posti, sei cilindri, finestrino pa-
noramico, che si estende fino agli
sportelli, comfort automobilistico dei
grandi americani, dalle grandissime
ruote, tredici pollici con pneumatici super-
ballon, larga bocca da pescecane, portabagagli
immenso, illuminato, distanziata la
carrozzeria-Ponton grazie alle sue forme accurata-
mente ricurve, lunga metri 4,8, para-
urti con cromatura galvanica a caldo,
al solo pensiero provoca galvaniche reazioni
cutanee, protezione contro la corrosione, verniciatura
bi-colore a pastello, distributori Opel ovunque, car-
tello universale della General Motors, Horst
proprietario fiero, capitano di una Capitano L, un macchinone
dotato di cannoni d’abbordaggio in corsa, terrorizza
con la sua apparizione improvvisa le Señoritas sul bordo
della strada, atletico avvoltoio del nuovo mondo, sempre troppo
veloce, la Shell AG (sessanta centesimi al litro) – “e con questo
hai fatto il pieno“ – incoraggia il piacere di guida
del conducente sul prato asfaltato, parco giochi
campo di collaudo-Opel per terra per mare e per aria, vista
dal ponte sull’autostrada, su alimentatori con enorme
estensione delle ali, velocità massima 140 chilometri orari
cilindrata potente, il posto di lavoro dei pistoni, pan-sessualista
in gita spumeggiante, nessuna sosta, Horst, nessuna ruggine, nessun
nido, da nessuna parte, guarda in avanti, non indietro, con uno
sguardo fisso all’arteria di grande comunicazione, nel divieto
di sosta, d’inversione, di retromarcia, tracci i tuoi percorsi
senza incroci obbligati e passaggi per centri abitati, fantoccio di paglia
con una valigia di paglia nel baule si mobilita, rinuncia temporaneamente
alla felicità domestica, Horst con la suo nuova Opel, che fa
ballare la bocca da pescecane nella ventola di raffreddamento, nel vento,
padrone della situazione, sottotenente della strada, manovra socievolmente senza
meta, si considera un signor-conduttore di signore, le fi-
gure più efficaci sul posto nel gioco della strada, portami con
te, capitano nel
lungo viaggio, portami con te
nel caso d’incidente arriva la sicurezza stradale
molte lesioni sono causate dal cruscotto
spesso con esito irrimediabilmente mortale, si sa bene
l’impatto all’ora di punta, l’impatto di distruzione che
si compone di volume e velocità,
cornicette di cromo si contorcono, radiatori scoppiano, scatole craniche
sfondano i parabrezza, il passeggero accanto trancia con i denti
il metallo del pannello porta-strumenti, mascella fratturata
c’era una volta il mio pilota, tutto il modello un unico
congegno con uno scopo solo: “premi sull’acceleratore
supera il punto morto”, magra consolazione per
persone al volante, dopo sette decimi di un solo secondo
– questo hanno dimostrato i burattinai di
Detroit – tutto e finito, la gita rovinata, la sicurezza
interiore perduta, passato il viaggio
a Demimonde nel Chassis del demiurgo-
Opel-diplomato, lo si sa bene, come
tutto un giorno, darei volentieri salario
rango e posizione
per tornare indietro, “dipende
solo da quanto costa la storia”

(trad. di T. Prammer)

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