Jonathan Littell, Le benevole

[Il blog Le parole e le cose inaugura una riflessione Sul romanzo contemporaneo con un pezzo di Guido Mazzoni su Le Benevole di Jonathan Llittell. M.S.]

Guido Mazzoni

Le benevole [Les Bienveillantes, Paris, Gallimard, 2006] è uno dei romanzi più importanti usciti in Europa nel primo decennio del XXI secolo. Deve la propria forza e il proprio contenuto di verità al tema che affronta e alla maniera in cui lo affronta. Littell narra, in modo nuovo e illuminante, il trauma storico centrale del Novecento, e lo fa usando, in modo nuovo e illuminante, i mezzi conoscitivi del romanzo in quanto forma simbolica, in quanto dispositivo per interpretare la realtà. Le recensioni si sono concentrate quasi sempre sui contenuti manifesti; io vorrei riflettere sull’immagine del mondo che l’opera comunica partendo dai contenuti latenti, cioè sedimentati nella struttura del testo.

I

Il romanzo racconta la storia di Maximilien Aue, un ufficiale nazista che assiste o partecipa a alcuni episodi decisivi della Seconda guerra mondiale: Babij Jar, Stalingrado, i piani per la Soluzione finale, l’ingresso delle truppe sovietiche a Berlino. Il primo elemento di fascino e di scandalo sta nella scelta della voce narrativa: Aue racconta in prima persona. Continua a leggere su Le parole e le cose

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