Volker Braun, Racconti brevi

[Dalla quarta di copertina]

In nessun tempo, in nessun luogo si era raggiunto il vero fondamento da sovvertire.

Così il vecchio Borges tira le somme del secolo appena concluso, ed ecco che una banda di ragazzi guidata dal giovane Jorge irrompe nell’appartamento. Solo poche ore prima Borges aveva cercato un’ultima volta di realizzare la sua idea di una società migliore, togliendo Jorge dalla strada, offrendogli una casa e un’istruzione. Il destino di Borges, così come la risposta alla sua domanda Cosa ci aspetta?, rimane aperto.


Il fascino delle prose raccolte in questo volume sta nella lucidità con cui l’autore pone questioni che toccano ognuno di noi: il lavoro, o meglio il suo venir meno, la fuga dalla povertà, la disparità economica tra le generazioni – non potendo, né volendo, offrire soluzioni rassicuranti. I luoghi cambiano ma le condizioni di vita si assomigliano da una parte all’altra della terra, scandite da intervalli di vuoto dopo la scomparsa dell’ingannevole speranza di un’alternativa al capitalismo.

 

Dopo La storia incompiuta e la sua fine, è in uscita nella collana il quadrifoglio tedesco il secondo volume dedicato alla prosa di Volker Braun , che raccoglie cinque racconti brevi: Frase senza fondoI quattro utensilisti, Quello che si vuole davvero, Così stanno le cose, Cosa ci aspetta?

Le prose, tradotte da Francesco V. Aversa, Andrea Gilardoni e Adriano Murelli, sono  incorniciate da Cresciuto nella contraddizione (trad. di Daniela Nelva),  discorso tenuto dall’autore nel 1997 in occasione del suo ingresso nella “Deutsche Akademie für Sprache und Dichtung”, e dalla postfazione della curatrice Karin Birge Gilardoni-Büch, che potete leggere qui.

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