Nuovi poeti di Berlino 3: Lutz Seiler

Theresia Prammer

Oltre che direttore della prestigiosa Casa Peter Huchel a Wilhelmshorst, vicino Berlino, Lutz Seiler riveste da tempo un ruolo di particolare rilievo nel panorama dell’attuale poesia in lingua tedesca. È in particolare con la raccolta pece & diaframma, edita nel 2000 dalla casa editrice Suhrkamp, che Seiler, quasi coetaneo di Durs Grünbein, si è imposto a lettori e critici come il cronista in versi del passato tedesco più recente. Anche il volume successivo, quaranta chilometri notte, uscito nel 2003, in cui la riflessione (meta)storica si combina molto efficacemente con le impressioni urbane, è stato accolto con grande entusiasmo. Con una non comune forza di concentrazione espressiva, la poesia di Seiler unisce le dimensioni della vita privata, del paesaggio e del politico fino a realizzare una biografia mentale dalla trama fittissima. Le poesie di Seiler nascono da un moto alterno di attenzione e distrazione rispetto alle situazioni e alle proposte dell’esistenza immediata, che vengono fatte interagire con gli strati e i sostrati più profondi della memoria personale. Ad essere messi a fuoco sono gli oggetti più concreti, le congiunture apparentemente più comuni e quotidiane, ma su cui pure per un attimo la storia sembra concentrarsi, determinando un’istantanea, efficace, irripetibile illuminazione del tempo presente. Di fronte a ogni poesia, ha scritto lo stesso Seiler, sta «la storia che abbiamo vissuto: la poesia ne coglie il tono, non la racconta, racconta il suo tono» […] (da Ricostruzioni. Nuovi poeti di Berlino, Milano, Libri Scheiwiller, 2011, pp. pp. 153-154).

Heimfahrt

das ist jetzt alles lesbar; halb
dunkel draussen sprechen tauben aus
dem holz. stationen
bahnstationen, nachbarstaaten: ich
bin müde auf dem hocker. eben-
erdig werden birken
buchen vorgetragen. etwas
fehlt, dem ich jetzt winke. alle zeit
von gott, das wollte seneca. ich wollte
ein akkordeon & einen hund, ich sah
dinge, die vom tisch
……….herunter stürzten, in
denen ich enthalten war 

Ritorno a casa

ora è tutto leggibile; in semioscurità
fuori dal legno parlano
colombe. stazioni
stazioni ferroviarie, nazioni limitrofe: sono
stanco sullo sgabello. a pian
terreno si offrono
betulle, faggi. saluto
qualcosa che manca. tutto il tempo
di dio, questo voleva seneca. io volevo
una fisarmonica e un cane, vedevo
cose, che precipitavano
……….dal tavolo, nelle quali
ero contenuto io

(F. Italiano)

Inventur

du hast die zeit durchforscht
im lampenkopf: ein astwerk, zwei gebäude
zeilen, wort für wort schon abgeklopft.
bis zu den augen ist alles offen
– wer

hat das gesagt? ich sitz bloß hier wie
selbst geschrieben, bleistift auf
papier. die gasuhr tickt, man
trinkt sich fest für diesen text & hat

die falschen satzzeichen im blut. dort
die flaschen auf dem ofen, da
die späne, halb zerredet, der geruch
von frisch zersägtem – jeder

schriftzug schabt die dinge
durchs graphit zurück in deine knochen, nur
ans weinen kommst du nicht heran

Inventario

hai scrutato il tempo
nel paralume: rami intrecciati, linee
di edifici toccate parola per parola.
fino allo sguardo tutto è aperto
– chi

l’ha detto? sto solamente seduto qui come
scritto da me stesso, matita su
carta. batte l’orologio a gas, si beve
forte per fissare questo testo & si ha

nel sangue l’interpunzione sbagliata. là
le bottiglie sulla stufa, qui
i trucioli, dissolti dal parlare, l’odore
di segatura fresca – ogni

tratto di scrittura respinge le cose
attraverso la grafite nelle tue ossa, solo
al piangere non riesci ad arrivare

(M. De Angelis / T. Prammer)

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