Pinacoteche di parole


Pinacoteche di parole.
Letteratura e arti figurative
da Winckelmann a Rilke

a cura di Lucia Borghese e Patrizio Collini

Pisa, ETS, 2011, 222 p.

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Dalla presentazione editoriale: “La letteratura tedesca moderna nasce dall’incontro, attestato anzitutto dall’opera di Winckelmann, con le arti figurative: più precisamente dall’incontro del pensiero tedesco con il sentimento della forma che pervade l’arte classica e italiana. Quest’incontro ne sottintende altri: intelletto e corpo, invisibile e visibile, maschile e femminile, l’io e l’altro. È quindi quello dell’ékphrasis essenzialmente un problema di traduzione, appropriazione/integrazione dell’estraneo nel proprio codice. Non è dunque casuale che l’utopia della traduzione dell’opera d’arte in scrittura – che si svolge costantemente all’ombra del mito di Pigmalione e dell’opera d’arte vivente – nasca all’interno della cultura tedesca illuminista che più di ogni altra, nella seconda metà del XVIII secolo, coltiva l’ideale simbolico della traduzione come dialogo, ovvero strumento di riconversione e metabolizzazione dell’universale nell’elemento soggettivo. Ma è anche inevitabile che quel processo di sublimazione dell’estraneo che la traduzione sottintende sia soggetto – proprio negli autori più consapevoli – al rischio di un “ritorno del rimosso”: di quel “materiale estraneo” che la traduzione intendeva omologare.”

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