Uwe Timm, Penombra


Uwe Timm

Penombra

trad. di Matteo Galli

Milano, Mondadori, 2011, 224 p.

Dalla presentazione editoriale: “Berlino, cimitero degli Invalidi. In questo luogo di cupe memorie, dove sono riuniti gli eroi di guerra della storia tedesca ma anche le vittime della caduta di Berlino del 1945, si trovano un giorno d’inverno il narratore e la sua guida. Per Uwe Timm comincia così una discesa agli inferi, perché quei morti hanno voci e parlano, sono una strana, a volte sinistra compagnia. Ma tra Heydrich, l’inventore della “soluzione finale”, e altri ufficiali delle SS, ad attirare l’attenzione dello scrittore è la figura di Marga von Etzdorf, aviatrice, tra i primi a compiere trasvolate intercontinentali in solitaria. Seguendo le tracce di questa donna risoluta ed emancipata, ma anche fragile e vulnerabile, il narratore si spinge fino in Giappone, dove durante uno dei suoi spettacolari voli la giovane donna conosce un diplomatico tedesco ed ex pilota da caccia della Prima guerra mondiale, Christian von Dahlem. Con lui trascorre un’insolita notte, durante la quale, insieme nella stessa stanza eppure divisi da una tenda, i due si abbandonano al racconto delle proprie vite in una strana intimità che è al contempo pudica distanza e reciproca curiosità. Ma l’attrazione che Marga prova per il diplomatico resta non corrisposta, e anche l’incontro dei due giovani a Berlino un anno dopo non farà che alimentare l’ambiguità della loro relazione. Poco tempo dopo, nel maggio del 1933, Marga, appena venticinquenne, si uccide con due colpi di pistola ad Aleppo, in Siria, dopo l’ennesimo atterraggio di fortuna. Cosa l’ha spinta a uccidersi? Quell’amore non corrisposto o l’ennesimo fallimento nelle sue imprese di volo? O qualcosa di più misterioso, legato agli sconvolgimenti politici che l’Europa sta conoscendo?

Con Penombra, costruito come un oratorio a più voci, denso di rimandi e allusioni, acuto e commovente, Uwe Timm torna a raccontare da maestro il passato della Germania, muovendo su un terreno dove la violenza della storia si intreccia con il destino individuale. E si conferma uno dei massimi esponenti della letteratura europea contemporanea.”

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